Dicono di noi - Le recensioni dei nostri vini
Porthos: Friuli - Venezia Giulia. -Olivers Pinot Grigio-
di Sandro Sangiorgi
(04/10/2001)

Pierpaolo Pecorari

Ci colpisce di quest'uomo la fibra del lavoratore assolutamente instancabile, generoso, capace di perseguire un obiettivo senza porsi dei limiti, provando a sondare la possibilità dei propri vigneti e cercando di emancipare le sue conoscenze tecniche. Gli ultimi 15 anni sono stati i più significativi per l'attività di Pierpaolo, dal quale abbiamo avuto vini molto diversi: se i modelli a cavallo tra anni 80 e 90 possedevano una mineralità acuta ed una freschezza di rilievo, quelli tra 92 e 98 hanno in pratica scoperto la maturazione in rovere e si sono fatti più morbidi e sostanziosi. Un'altra svolta significativa potrebbe avvenire in questa fase nella quale i bianchi più semplici si stanno ritagliando uno spazio definito, mentre quelli della fascia più ambiziosa, come l'ottimo Sauvignon Kolaus e lo Chardonnay Soris stanno cercando una maggiore aderenza territoriale ed un profilo più vicino alla tradizione. I risultati sono da seguire: accanto a spunti interessanti come il Refosco ed il Pinot Grigio, vi sono prodotti da mettere a punto.

PINOT GRIGIO dell'Isonzo OLIVERS '99 -'98 -'97 - '96:

Si avverte un netto cambiamento di rotta nell'ultima annata, la 1999, riconoscibile da un colore decisamente ramato; è stato messo in bottiglia senza alcuna filtrazione e quindi in grado di proporre un'evoluzione completamente diversa dalle precedenti. La versione che abbiamo amato di più è la 1996, contraddistinta da un colore dorato carico, ravvivata da un naso cresciuto piuttosto bene, cremoso ed invitante, e delineata da uno sviluppo gustativo importante dal quale sguscia solo in fondo una traccia di amaro originata dal rovere.
Del colore del 1999 abbiamo gia detto, i profumi sono cangianti, esprimono concentrazione anche se propongono una semplicità che per ora ci lascia interdetti; allo stesso modo la bocca, insieme alla percezione di una certa qual densità manifesta una dimensione gustativa tutt'altro che compiuta.
Il 1998 ha buone probabilità di evoluzione perchè gli attributi per affrontarla non mancano, ma il rovere sporca l'espressione olfattivaper lasciare un amaro troppo insistente.
Il 1997 presenta una integrazione migliore con il rovere, la corposità è modulata ma il finale si lascia morire senza particolare vitalità.
Lit. 32.000

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