29 Settembre 2002
Da San Lorenzo Isontino l'Olivers di Pecorari
Innanzitutto bisogna dire che a San Lorenzo Isontino il Pinot Grigio viene bene.
Viene bene perchè terreno, microclima, esposizione, piovosità eccetera eccetera.. concorrono a esaltare le naturali doti di questa varietà. Viene bene perchè ci sono vignaioli, quì a San Lorenzo Isontino, che hanno la capacità e la sensibilità per ottenere il meglio dal meglio: Vignaioli che, sembra quasi strano a dirlo, dopo quasi trent'anni di mestiere, continuano, vendemmia dopo vendemmia, a mettersi in discussione, sperimentando, osando, cambiando. Questo è bello: la sfida perenne, l'azzardo costante, sempre per puntare al meglio. Per poi, magari, pentirsi e tornare indietro, ripercorrere i propri passi. Cambiare ancora una volta il mod di interpretare il Pinot Grigio perchè il massimo è sempre li che ci ammicca dietro l'angolo. Uno di questi vignaioli eroici è Pierpaolo Pecorari. Vignaiolo per vocazione e per mestiere. Vignaiolo e... basta, come orgogliosamente scrive sull'etichetta. Mi accompagna in vigna il figlio di Pierpaolo, Alessandro. Apro una parentesi. Tanto Pierpaolo è ermetico, implicito, pragmatico, sintetico, tanto Alessandro, invece, è aperto, analitico, esplicito, non voglio dire teorico, ma... Alessandro ti coinvolge con un entusiasmo che non è di maniera, si vede, e continua a spiegare, illustrare, piluccando l'uva ancora sui tralci. Olivers perchè, mi dice accompagnando la linea dell'orizzonte con un ampio gesto del braccio, fino alla prima guerra mondiale qua c'erano gli ulivi. Gorizia esportava l'olio a Vienna, la capitale dell'impero...
Alla fine il risultato di terreno, vigna, ricerca e sperimentazione. La bottiglia mi ha atteso paziente per settimane. Apro. Il colore è entusiasmante. Giallo paglierino carico, appena sfiorato da una elegantissima sfumatura rosa. Porto impaziente al naso. Il profumo è straordinariosia per complessità che per qualità. Il bicchiere ampio e panciuto, rende giustizia a tanto. Camomilla selvatica. Rosa gialla appassita annoto. Pera cotta. E poi in successione, vrème caramel, torrone di nocciole, cioccolato al latte. La conferma in bocca. Questo vino regala sensazioni calde, morbide e vellutate, mirabilmente bilanciate da note fresche e sapide che lo mantengono in perfetto equilibrio. Non ancora recensito dalle guide. Comunque, amici, un'esperienza (su un vitigno dai più bistrattato) che vale...
L'Azienda:
Concetto di Sinergia. Si parla di effetto sinergico, in medicina, per esempio, ma non solo, quando la somma degli effetti delle singole componeneti di un insieme per esempio di farmaci, prese singolarmente, risulta inferiore dell'effetto dell'insieme. Non so perchè, incontrando Pierpaolo Alba e Alessandro Pecorari mi venga in mente questo paragone, ma a pelle, risulta evidente che queste tre personalità palesemente diverse, si completano così bene che il risultato finale è ben maggiore dei meriti, sia pure notevoli, dei singoli. E non si tratta solo di, come direbbe Alessandro, razionale e moderna applicaione delle teorie di Adam Smith. E' che l'entusiasmo di Alba, il silenzioso e competente senso pratico di Pierpaolo e la sensibile irruenza di Alessandro stanno generando, anno dopo anno, piccoli grandi capolavori. E, quasi quasi (lo so, stò esagerando), lo spettacolo di questo delicatissimo equilibrio è più interessante del vino stesso. Soprattutto è strano vedere come ogni vino sia figlio di tutti e tre.
Il risultato di tanto delicato equilibrio è nella produzione di questa azienda, razionalmente divisa in tre linee. I varietali: cinque bianchi e tre rossi, processati in acciaio, la linea Altis (tre vini), fermentati in acciaio e lungamente afffinati sui lieviti, frutto di selezione dei migliori vigneti di Sauvignon e Pinot grigio per i due prodotti monovarietali e di Muller Thurgau, Riesling Renano e Pinot bianco per il Pratoscuro, bianco assembleto. Infine il fiore all'occhiello dei nostri amici Pecorari, ovvero la linea cru, vigneti seguiti con maniacale attenzione, vendemmia accuratissima e poi fementazione interamnte in legno, di cui oggi vi abbiamo proposto il Pinot grigio Olivers, ma che vede eccellenti (ed emozionanti) protagonisti anche il Sauvignon per Kolàus, lo Chardonnay per Sorìs e due rossi, Baolar, merlot da vigne con alle spalle ormai mezzo secolo e il Panta Rei, un refosco che promette veramente molto e di cui, credo, sentirete ancora parlare.